TT2 - I Volumi Houses

TT2 - I Volumi Houses

Città

Cremona

Anno

2010

Status

Realizzato

Nella cortina edilizia lungo una strada alberata di scorrimento all’interno della città di Cremona, l’edificio a residenza e superfici commerciali a piano terra è frutto di un progetto sperimentale: l’obiettivo è di concatenare nella medesima struttura soluzioni tipologiche settoriali e volumetrie architettoniche articolate. L’edificio quindi riassume in sé l’idea di superfici commerciali luminose attraverso specchiature raffinate su strada, l’idea di alloggi di qualità residenziale elevata e l’idea di due villa sospesa a due livelli, residenza d’artista, collegando in un complesso unico queste distinte forme d’abitare. L’architettura è perciò poliedrica, appare un fronte lineare su strada che nell’elevarsi espone volumi aggettanti, contrassegnati dall’evidenza delle pareti vetrate e dei colori primari nel rivestimento, e volumi trasparenti smaterializzati, che costituiscono un’interruzione nella matericità fortemente disegnata. L’intento sembra dirigersi verso un confronto aperto ed evidente di contrapposizioni e contrasti, normati e definiti dal progetto in un’architettura che vuole dimostrare ed esprimere il proprio apporto sperimentale, a partire dai volumi, dalle forme geometriche - regolari ed ortogonali, ma collegate in una combinazione dirompente -, dalle stesse superfici di parete. I fronti assumono programmaticamente l’esigenza di offrire variazioni luminose e percettive, inventando per il rivestimento di facciata in alluminio preverniciato una caratteristica di liquidità, stendendo una colatura di poliuretano trasparente, in modo che i colori mutino al variare della luce e la presenza dei leggeri ed irregolari rilievi renda indistinta la materia stessa del rivestimento.  

La geometria dei volumi si segmenta, sul fronte il livello superiore si suddivide in due attici opposti, liberi su tutti i lati; al sottile volume blu si contrappone un cubo nel colore rosso primario, su ci si innesta un parallelepipedo rivestito in Rheinzink antracite, sospeso. I volumi ortogonali al corpo principale sul fronte strada, innalzati su esili pilotis in acciaio, disarticolano l’edificio in una complessa dinamica, che rimane tuttavia all’interno di una geometria dichiarata e ancora leggibile, che si corona attraverso le coperture piane a giardino, ad offrire spettacolari visuali verso l’antico tessuto monumentale della città. 

Smaterializzare e rendere essenziale, concentrata l’architettura, pur nella sequenza di invenzioni compositive: anche gli interni, soprattutto nella villa sospesa, obbediscono a questa logica di introdurre una ambivalenza delle geometrie e delle trasparenze, incrociando le scansioni orizzontali e le aspirazioni verticali, le cesure nei fronti e le fughe verso l’alto negli interni. Il lungo tunnel blu vetrato, che attraversa il corpo dell’edificio e aggetta sul fronte, è una misura di tale ambivalenza, nello stesso tempo è interno ed esterno, trasparente e protettivo, è un confine e una fuga. L’idea di visuali privilegiate verso la città governa così anche la composizione degli alloggi: vetrate rendono gli angoli dell’edificio smaterializzati, scale dai gradini in vetro che diventano pressoché invisibili negli interni scanditi dalle pareti opache o riflettenti, dai soffitti materici in legno d’acero, dalle opere d’arte disseminate sulle superfici ed emergenti nello spazio degli ambienti di soggiorno. 

Dettagli d’architettura sottolineano il carattere incisivo del progetto, l’abbondanza inventiva che cataloga ed argomenta la linea sperimentale. Nella villa sospesa, il volume inferiore vetrato orienta condizioni “liquide” ed immateriali all’interno, accentuate dalle superfici a specchio  interne che riverberano luce. Al livello superiore, l’atmosfera si trasforma, seguendo consistenze evidenti di materie, che si contrappongono nel rigore della forma dell’ambiente: intonaco bianco, pavimento in legno di rovere, grigio vulcanizzato, una parete rivestita in cuoio nero con una tessitura raffinata che cela le porte degli ambienti retrostanti, contrasti ricondotti ad unità nell’essenzialità del disegno architettonico.   

E i percorsi emozionali abbondano. L’ascensore con cabina trasparente accompagna il movimento con pareti arricchite da una performance artistica, in cui si passano in rassegna accelerata immagini, offrendo infine la sorpresa di un approdo superiore nel cubo vetrato del giardino in copertura con l’affaccio sulla città. La tensione ascensionale si ripercuote con grande evidenza luminosa lungo la scala vetrata, immateriale: collegare i piani della villa sospesa e condurre al tetto-giardino, attraverso un lucernario a scorrimento orizzontale, nel continuo ed immediato contatto col cielo. All’interno della villa sospesa, il richiamo alla città natale di Antonio Stradivari innerva un percorso d’emozioni, le forme classiche dei violini sul soffitto segmentano gli spazi, fino a ricostruire l’unità del disegno nel quartetto d’archi che conclude la decorazione della zona soggiorno.  

Materie e luci: la luce naturale filtra dalle tende motorizzate, occultate nelle velette in legno, che lasciano trasparire l’armonia urbana circostante che permea tutto lo spazio interno, i faretti con distribuzione casuale a riflettere luce sulle pareti e nell’ambiente che diviene etereo ed immateriale, accentuando la tensione dell’edificio e degli alloggi verso un nuovo rapporto fra interno ed esterno, in cui la trasparenza e l’immatericità nei riverberi luminosi suggeriscano modi riflessivi di abitare, accompagnati dall’eleganza delle materie.

 Francesco Pagliari

Giorgiò Palù Architetto