Queen Silvia Concert Hall

Queen Silvia Concert Hall

Città

Stoccolma

Anno

2022

Status

Realizzato

Queen Silvia Concert Hall è  la sala concerti intitolata alla regina Silvia di Svezia, moglie di Re Carlo XVI Gustavo.

Un luogo dove gli spettatori fluttuano, passeggiando su balconate sospese, in uno spazio di ispirazione e concentrazione, in grado di creare una relazione immediata tra architettura, suono e musica, musicisti e pubblico. 

Nel 2015 Mark Tatlow, direttore della Lilla Akademien, lo storico Conservatorio della città, fondato nel 1998 ha richiesto all’architetto Palù di concepire la nuova Sala Concerti anche come centro educativo e naturale ampiamento dell’O/Modernt, un progetto creativo e polifunzionale, che combina le diverse arti, le distanti epoche storiche e le differenti tradizioni culturali dei popoli.  

Ricerca e sperimentazione sono state alla base e il punto di partenza del lavoro dell’architetto, consapevole di stare operando per la realizzazione di uno spazio educativo ”democratico” e fluido, senza barriere fisiche tra artisti e pubblico. 

La sala, di dimensioni raccolte, ospita 300 posti, ma  dotata di uno stage molto ampio, nasce come uno spazio sperimentale, in grado di ospitare performance di svariati generi musicali, lavori di ricerca e di interpretare la musica del futuro, immaginando, in alcune occasioni, di sovvertire addirittura l’ordine canonico: il pubblico nello stage, l’orchestra sulle balconate.  

Anche il foyer non si trova, come da tradizione, al piano terra, ma in alto: gli spettatori vengono portati da un grande ascensore al terzo piano dell’edificio, da dove si può godere di una vista panoramica su tutta la sala, iniziando l’esperienza musicale con un’inaspettata promenade architecturale, dalle balconate sospese sino alle audience poste in basso. 

Le fughe e i legati musicali informano il rincorrersi e l’intreccio continuo di passerelle e volumi come in un grande abbraccio, in una armonia di forme e colori. Un organismo unico, “archi-scultoreo” che incorpora le necessità di progettazione e quelle acustiche, aspetto meticolosamente curato dall’ ingegnere acustico giapponese Yasuhisa Toyota/Nagata Acoustics. 

Ogni parte della sala è legata all’altra: audience e balconate si intrecciano e si fondono anche nelle tonalità dal bronzo caldo all’oro creando una sfumatura continua.  Un principio che vale anche per le parti in legno: l’ispirazione nasce dai colori degli strumenti della liuteria cremonese, a cui sono state sovrapposte sfumature ad aerografo oro e bronzo, che aggiungono un senso di calore, intimità e rilassatezza.

I due muri di fondo, sembrano quasi non appartenere alla sala, uno spazio ‘senza pareti’, infinito. Attraversato da una luce nordica, fredda, che richiama quella dell’aurora boreale, il fondale rappresenta una vista dell’arcipelago di Stoccolma dal satellite con le isole realizzate in acciaio lucido specchiato per creare un gioco di riflessi e di immagini frammentate che acuiscono l’idea di uno spazio asimmetrico, sincopato, ma forte di un’ armonia assoluta nei colori che declinano le tonalità degli ottoni dell’orchestra. (ph. Roland Halbe)

Giorgiò Palù Architetto